Mestre. L’ultima volta che aveva denunciato la situazione a livello mediatico era il 2013. A quel tempo G.F. aveva 77 anni e, disperata, si era detta disponibile a vendere un rene per pagare quanto richiesto dall‘ Agenzia delle Entrate: 240 mila euro. Ne è passata di acqua sotto i ponti e per la pensionata, ora 87enne, l’incubo è proseguito con varie lettere e solleciti l’ultimo dei quali, datato 13 settembre 2024, l’ha fatta cadere in depressione.
“Le sollecitiamo il versamento di 324.052,30 euro – si legge nella comunicazione dell’Agenzia – comprensivi degli interessi di mora calcolati fino al 13 ottobre”. Insomma, non c’è pace per la donna che dal 2009 vive sola in una casa famiglia e soffre di più patologie per le quali è costretta a sborsare ogni mese molti soldi, dato che necessita di medicinali che non le vengono passati dalla sanità pubblica”. Ma cos’è successo e perché prima Equitalia e ora le Entrate continuiamo a richiederle una cifra di questa portata, in continua crescita a causa delle more e delle sanzioni?
G.F. dal 1973 al 2009 ha vissuto a Marghera, nel condominio Stella della Cita gestito dall’Inpdap. Proprio nel 73, anni di forti conflitti sociali, in quella torre si costituì un comitato composto da circa 600 inquilini il quale decretò l’autoriduzione delle spese condominiali ritenute eccessive a fronte dei servizi offerti. Anche la pensionata aderì all’iniziativa pagando sempre il canone ma con lo “sconto” deciso dallo stesso comitato. La protesta è proseguita negli anni, contornata dai numerosi solleciti da parte dell’Istituto di previdenza per i dipendenti dell’ amministrazione pubblica. Alla fine, trascorso un po’ di tempo, gran parte degli inquilini aderenti al comitato aveva ormai lasciato il condominio Stella mentre G.F., abbandonata a sé stessa, ha proseguito la battaglia seguendo il consiglio di presentare nel 2007 una vertenza al Tribunale di Venezia. La causa è risultata disastrosa e G.F. è stata condannata al pagamento della parte di spese condominiali “autoridotte” per una cifra totale di circa 63 mila euro. Nel 2009 la donna si è trasferita in una casa famiglia mestrina e ha continuato a ricevere solleciti di pagamento e minacce di fermi amministrativi e di pignoramenti del conto corrente. Oltretutto l’importo richiesto, come visto, è quasi quintuplicato rendendo ancora più ardua (ovvero impossibile) l’impresa di onorare il pagamento.
“A nostro avviso – commenta Carlo Garofolini, presidente dell’Adico – ci troviamo di fronte a una palese forzatura. Non sappiamo se tutti gli ex inquilini del condominio Stella abbiamo ricevuto le stesse intimazioni che ci paiono ormai inopportune. Come si può chiedere a una donna di 87 anni, con una pensione bassa, di tirare fuori più di 300 mila euro, anche con una possibile rateizzazione? E’ chiaro che quella somma non può essere recuperata e forse sarebbe stato il caso che l’Inpdap intervenisse in modo molto più deciso negli anni 70, quando fu decretata l’autoriduzione visto lo svolgimento successivo degli eventi. Tramite il nostro ufficio legale, a cui la pensionata si è rivolta, cercheremo di instaurare un dialogo come l’Agenzia delle Entrate, sperando che si renda conto del grave danno alla salute che queste comunicazioni arrecano alla nostra socia, giunta ormai al limite della disperazione”.