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Le sottraggono 27 mila euro con la truffa del finto sms, grazie ad Adico l’Abf riconosce il rimborso integrale a una correntista piemontese

La truffa del finto sms continua a imperversare in tutta Italia ma per le vittime la buona notizia giunge dall’Arbitro bancario finanziario (Abf) che sempre più spesso intima l’intermediario (banca o Poste) alla restituzione dell’intero importo sottratto dagli hacker. Adico, da questo punto di vista, sta ottenendo ottimi risultati come dimostra l’ultima vicenda che coinvolge una correntista torinese alla quale sono stati sottratti circa 27 mila euro dal conto aperto con le Poste Italiane. La donna, dopo aver inutilmente provato a farsi restituire il maltolto dall’azienda ha deciso di rivolgersi all’associazione dei consumatori mestrina portando a casa un risultato tutt’altro che scontato. L’Arbitro, infatti, ha ricordato che, quando il cliente nega di aver autorizzato i pagamenti, spetta proprio all’intermediario l’onere di provare che l’operazione è stata autenticata, correttamente registrata e contabilizzata. In questo come in altri casi simili, l’Abf rileva che tale onere non è stato adempiuto per cui ha decretato il rimborso dei 27 mila euro.

La frode è avvenuta un anno fa quando la correntista piemontese ha ricevuto nella consueta chat delle Poste un messaggio che avvertiva di movimenti sospetti dal conto e invitava l’interlocutore a entrare in un link contenuto nello stesso sms. Una volta entrata in una pagina identica a quella delle Poste è stata contattata telefonicamente da un sedicente operatore dell’azienda che le comunicava la sottrazione di 8.500 euro e le indicava come muoversi per bloccare quel pagamento. Al termine della conversazione la donna, controllando il conto, ha scoperto l’esistenza di tre operazioni concentrate nell’arco di mezzora e in grado di alleggerirla di una somma vicina ai 27 mila euro.   

“Con il nostro intervento – spiega Carlo Garofolini, presidente dell’Adico – abbiamo ribadito ciò che abbiamo fatto in altre occasioni: la nostra socia non ha colpe o responsabilità perché l’inganno era così ben congeniato da non poter essere evitato. Di contro l’Abf ha rilevato nelle argomentazioni presentate dalle Poste Italiane manca di fatto la prova di aver messo in campo tutto ciò che sarebbe stato necessario per garantire la sicurezza della propria cliente. In queste circostanze l’Abf riconosce il rimborso integrale ma ci sono altre vicende, diverse, dove le colpe del correntista sono evidenti, per cui non viene rimborsato nulla o esiste un concorso di colpa per cui si procede solitamente con la restituzione di metà dell’importo rubato”.  

2 risposte

  1. Non sapevo nulla di phishing, eravamo in loc kdown e la mia banca non rispondeva mai al telefono. Oltretutto venivo già contattata dalla mia banca in quel periodo per una pratica di mutuo. Quindi ho agito totalmente in buona fede.
    Tuttavia ABF non ha esitato a imputare a me tutta la colpa. Trovo assurdo che non sia stato riconosciuto almeno un concorso di colpa.

    1. Salve signora Loredana, mi spiace che non abbia ottenuto il rimborso o almeno una parte. Non so se si sia affidata a noi o meno ma in ogni caso anche noi riceviamo anche pronunciamenti non favorevoli di solito motivati da alcune azioni che l’Abf (e anche qui dipende dal collegio che giudica..) considera leggere oppure dal fatto che la controparte è riuscita a dimostrare di aver messo in campo tutte le azioni richieste per l’autenticazione del cliente. Nel caso raccontato nel sito, l’intermediario non ha presentato le “prove” richieste.
      Mi spiace purtroppo storie come la sua ne sentiamo molte e ci auguriamo davvero che questa truffa finisca una volta per tutte.
      Grazie per la sua testimonianza.
      Gianluca Codognato
      uff. stampa Adico

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